Equivoco. Una società old economy
Di Internet aveva solo il profumo perché dal l'inizio la società produceva maglioni e abbigliamento sportivo. Ma anche Basicnet nel novembre del 1999 si aggiunse al gruppone dei debuttanti tecnologici. Quel net finale valeva molto e i risparmiatori non guardarono per il sottile. Nell'ambito del collocamento della società le richieste dei piccoli risparmiatori avrebbero superato di sette volte la quota offerta mentre quelle degli investitori istituzionali sarebbero pari a quattro volte l'offerta. Tutta la campagna era stata sviluppata sulla rete. In verità in Borsa, i titoli della società torinese presieduta da Marco Boglione non strapparono e si portarono poco lontano dai 3,90 euro del collocamento. Del resto la società era conosciuta soprattutto per il marchio sportivo Robe di Kappa. Sponsor in quegli anni della Juventus e della Nazionale come ben sanno coloro che hanno visto i titoli muoversi in concomitanza con il buon esito delle competizioni sportive. Rialzi di breve periodo e lunghe fasi poco significative. Ora viaggia sui due euro. Nel primo semestre del 99, riferimento per la quotazione, Basicnet realizzava ricavi per 107,5 miliardi di lire (+15,6%) con utili netti per 4,3 miliardi. Negli anni successivi di Internet è rimasta solo l'etichetta. I conti diventarono altalenanti e già nel primo semestre post quotazione il risultato di giugno non era incoraggiante: le perdite ante imposte erano di circa 9,3 miliardi di lire, a fronte di un risultato positivo per 5,6 miliardi nei primi sei mesi del 99. Il calo della redditività – sosteneva la società torinese – «è dovuto sostanzialmente alla controllata Kappa Usa che ha registrato una perdita di 5,8 miliardi. Sui conti ha pesato l'ammortamento dei costi dell'Ipo».
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