«Imprenditoria e creatività sono molto meno distanti di quanto si possa pensare. Ne sa qualcosa Marco Boglione».
Quanto conta e quanto ha contato per lei la creatività ?
«Per me, personalmente, è un fatto soggettivo. Per me in termini generali, come imprenditore, è tutto. Un imprenditore non può non essere creativo. Mettiamola così».
Perché?
«Sennò come fa a differenziarsi dagli altri, se non è ancora un imprenditore? Se poi c’è una grande azienda, una multinazionale, lì si possono fare altri ragionamenti, perché ci sono gli abbrivi, ci sono le masse critiche, ci sono le abitudini dei consumatori. Ma se uno ha 25 anni, vuol fare l’imprenditore e ha a disposizione un garage, secondo lei come fa senza creatività , senza essere creativo, senza provare a essere diverso dagli altri?»
È quello che stanno facendo tantissime startup nel mondo, anche in Italia?
«Assolutamente sì. Oggi l’approccio dei ragazzi nei confronti dell’opportunità e dell’impresa è proprio di partire dalla creatività ».
Il tema di IF, quest’anno, è “sovvertireâ€. Il suo atto di sovversione più grande?
«Il mio atto di sovversione più grande è stato di voler rilanciare negli Anni Novanta una grande azienda senza rifare un’azienda».
È riuscita la rivoluzione?
«Mah, abbastanza: siamo ancora qui... Diciamo che la sopravvivenza è il primo obiettivo di un’impresa e di un imprenditore. Sono passati 25 anni, siamo sopravvissuti: quindi – forse – sì».
Quindi viva la sovversione?
«Viva la sovversione, sempre».
Intervista realizzata il 29 settembre 2017 a Milano, al Teatro Franco Parenti, a margine dell'intervista di Marco Boglione sul palco di IF - Festival della cratività 2017.
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