Andiamo all'evento Kappa, al BasicVillage. Francesca Piantanida in diretta con un ospite.
Francesca Piantanida: Stavate parlando di mito e leggenda. Miti e leggende ne abbiamo qui attraverso le maglie che raccontano la loro storia perché è una serata davvero speciale. Noi celebriamo la storia del calcio in un'esposizione che forse è una mostra, una mostra tra cultura e sport con Emanuele Ostini, designer della Kombat del 2000; adesso spieghiamo perché.
Emanuele Ostini: Buonasera. Sì, 25 anni dopo, celebriamo un qualcosa che effettivamente, probabilmente, ha segnato qualcosa nella storia dello sport, del calcio, anche del mio mestiere personale. Insomma… sono contento, non pensavo che potesse andare così, effettivamente, tanta roba.
Francesca Piantanida: Un grande lavoro alle nostre spalle perché, ragazzi, noi ci avviciniamo. Intanto viene Emanuele con me perché alle mie spalle ci sono quelle maglie azzurre di Euro 2000, quella nazionale di grandi campioni, poi sappiamo com'è andata, quell’europeo di Olanda e Belgio del 2000, le facce le vedete alle mie spalle in questa meravigliosa foto di tante leggende dello sport e del calcio che oggi stanno ancora facendo la storia.
Emanuele, che ha disegnato appunto proprio questa maglia nel 2000, un progetto che è nato l'anno prima, mi raccontavi, nel 99, hai anche una serie di aneddoti. Uno in particolare, quel giorno a Coverciano, quando hai incontrato i ragazzi e gli hai dato la maglia della nazionale, gli hai detto "questa è quella che dovrete vestire".
Emanuele Ostini: Sì, perché noi facciamo un mestiere che, come dicevi tu, insomma, iniziamo un po' di tempo prima, nel 99, era un appuntamento importante, erano insomma gli europei di Belgio e Olanda e la nazionale italiana. Io facevo questo mestiere già da una decina d'anni e mi ero allenato nel mio, ad un discreto livello, però la nazionale è qualcosa di più, c'è anche un pochino di un tocco di patriottismo, un po' più di responsabilità anche…
Francesca Piantanida: E a Coverciano cosa è successo?
Allora, a Coverciano c'era il pezzettino finale da fare, che era quello lì di chiudere e convincere in qualche modo i giocatori.
Sono andato a Coverciano, siamo andati con dei colleghi, ho vissuto un paio di giorni a Coverciano, ho dormito a Coverciano, quindi ho respirato l'ambiente e a un certo punto, insomma, finisce una sessione di allenamento, mi ritrovo nello spogliatoio con Francesco Totti, Alessandro Del Piero, Cannavaro, insomma, nomi... Io ero concentrato sul mio mestiere, ma i nomi erano importanti.
Chi prova, chi non prova, io provo la maglia, io provo il pantaloncino, Del Piero sempre un po' schivo e timido, seduto su una panchina, io proverei anche niente, a un certo punto io guardo Cannavaro e gli dico "Io farai provare a te la maglia".
Cannavaro indossa la maglia e io l'ho ripetuto tante volte, istintivamente l'ho guardato, Cannavaro era un bellissimo ragazzo, un fisico pazzesco, l'ho guardato e ho detto "Mi sembri Superman".
E, secondo me, lui si è sentito Superman.
E devo dire che lì è finita la prova, perché poi è arrivato Francesco Totti, ha provato anche lui, ci stavamo quasi dimenticando di provare i pantaloncini, ma no, proviamo tutto, facciamo le cose fatte bene. Insomma, due battute, due risate, come sempre poi si fa con i giocatori, e siamo usciti di lì, sono uscito di lì con la prova di nomi che sono i nomi che ho citato prima.
Francesca Piantanida: La storia non finisce qui, ci sono tantissimi altri aneddoti che vi racconteremo nel corso di questa serata.
C'è un bellissimo archivio con tanti spunti per parlare di calcio, qua c'è il Milan degli olandesi, dietro c'è la maglia di Ronaldo al Barcellona, c'è ancora un pezzo di Italia e poi c'è un archivio stupendo, ne parliamo tra poco. Vi ricordo che l'esposizione è in anteprima perché domani sarà ufficialmente aperta al pubblico.
Grazie ancora Emanuele Ostini.
Emanuele Ostini: Grazie a voi, è stato un piacere.
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