Filippo Tesio intervista Marco Boglione, presidente della Fondazione Cavour, e Marco Fasano, direttore e vicepresidente
Marco Boglione: «Il senso della cerimonia è una commemorazione oggi, non è tanto una cerimonia. Si ricorda il giorno triste in cui Cavour, come hanno detto tantissime persone, è morto troppo presto: troppo presto dopo aver fatto quel miracolo che aveva fatto dell'Unità d'Italia. Per noi sostanzialmente è un onore e un privilegio. Sentiamo anche un po' il dovere di riconoscere, di ricordare tutte le date che hanno fatto la storia di quel personaggio, compresa questa – purtroppo triste».
Qual è il senso di questa commemorazione? Che messaggio mandiamo agli italiani?
Marco Boglione: «Il messaggio da Santena è più o meno sempre lo stesso: “Viva l'Italia” e “Viva l'Unità d'Italia”, che qui ha avuto origine, è nata, è stata pensata e che è molto importante. Il valore dell'Unità d'Italia è un ulteriore tassello a questo valore enorme, soprattutto per i giovani, che non ce ne sarebbe mai abbastanza».
Marco Fasano: «Quella che ci accingiamo a fare oggi è una manifestazione, sia quella di questa mattina che quella del tardo pomeriggio, unica in Italia. Questa mattina alle 6.45 metteremo la bandiera a mezz'asta nell'ora esatta della morte di Camillo Cavour, che è stato l'ultimo primo ministro del Regno di Sardegna e il primo Primo Ministro del Regno d'Italia, quindi il padre della patria. Oggi pomeriggio, come al solito, avremo una conferenza con poi la degustazione dei prodotti tipici dei luoghi cavouriani. In particolare, la conferenza oggi verterà il suo ruolo dei cattolici nell'Unità d'Italia».
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