In diretta dall'isola di Culuccia, Sveva Sagramola intervista Sabrina Rossi, direttrice dell'Osservatorio Naturalistico di Culuccia. In studio, la giornalista ambientale Rita Salimbeni approfondisce la storia dell'isola e della sua eccezionale biodiversitĂ , che ha dato il via a diverse collaborazione con tre atenei italiani: Politecnico di Torino, UniversitĂ RomaTre e UniversitĂ degli Studi di Sassari.
(testo sbobinato by AI)
C’è una storia, ci sono alcune storie che vale la pena davvero raccontare perché sono storie che danno speranza, che incoraggiano, che sono proprio belle. Oggi vi raccontiamo la storia di un luogo magico, una perla della Sardegna, una piccola isola, in realtà è una penisola perché ci si arriva anche a piedi o con un’imbarcazione, è l’isola di Culuccia, un luogo che è stato preservato, salvato, è diventata una riserva di biodiversità della macchia mediterranea davvero importantissimo, tutti gli endemismi, tutte le creature vi vengono studiate, ci sono tantissimi progetti di ricerca a parlarcene, è venuta oggi a trovarci Rita Salimbeni, giornalista ambientale. Cara Rita, bello rivederti, come stai? Sempre un piacere, sempre un piacere. Allora, raccontaci le caratteristiche di questo luogo che io ho detto che è una ricchezza e che è un luogo che è stato proprio salvato, Culuccia.
Esatto, allora intanto posizioniamola geograficamente, si trova proprio con di fronte sullo sfondo l’isola della Maddalena, siamo in terra di Gallura e tra Santa Teresa di Gallura e Palau è una isola non isola; infatti, è un ismo di terra collegato appunto da questa striscia di sabbia anche attraverso un ponticello carrabile.
La geografia è immaginabile. Ecco la vediamo nella foto, guardate com’è bella e come proprio non c’è nulla sopra, ci sono due costruzioni antiche, sì.
Allora intanto dobbiamo partire da un dato: che è un vero e proprio esempio di macchia mediterranea come dicevi tu, un’oasi di biodiversità brulicante di specie animali e vegetali veramente di rarissima bellezza. Infatti, è stata già dal (…) dichiarata “Oasi di protezione faunistica”, e dal (…) ”area di interesse pubblico”, che tutela quindi tutto il suo sistema di baie.
Ha una storia molto particolare Culuccia, perché apparteneva a un signore sardo che l’ha protetta fino a che è stato lui il proprietario. Come si chiamava questo signore? Era Angelo Sanna, ma era conosciuto da tutti con il nome di “Ziu Agnuleddu” e lui ha resistito. Eccolo, è lui? Sì esatto. Tutto è bello. E lui era resistito a tutte le proposte che gli venivano fatte, ovviamente, da chi voleva fare speculazione edilizia turistica e ha resistito. Poi dopo la sua morte in realtà l’isola ha conosciuto un periodo di abbandono fin quando è stata acquisita da un da un imprenditore e sua moglie, illuminati direi. Super illuminati…
(Imprenditori) del Piemonte che hanno insistito affinché le volontà di Angelo Sanna rimanessero tali e ne hanno custodito il patrimonio naturalistico, però anche garantendo quel minimo di fruizione a bassissimo impatto antropico. Parlavi proprio di queste due soluzioni architettoniche che in realtà si chiamano stazzu e sono le tipiche case della Gallura, dove le famiglie che avevano casa, terra, animali in un’economia di autosufficienza vivevano.
Che è stato di queste costruzioni?
Loro le hanno restaurate però con un restauro assolutamente rispettoso di quello che erano. Allora, colleghiamoci, poi torniamo a parlare con Rita, colleghiamoci con Sabrina Rossi che è direttrice dell'Osservatorio Naturalistico dell'Isola di Culuccia, perché Culuccia ormai è diventato un luogo estremamente importante per la ricerca, per la conservazione della biodiversità .
 Ciao Sabrina, benvenuta con noi, dove ti trovi in questo momento?
Ciao a tutti, sono lungo la costa sudest di Culuccia, la macchia mediterranea e il mare. Qui la macchia è molto fissa, rigogliosa e composta da tante specie diverse, qui ne possiamo vedere alcune. C'è per esempio il Cistomais, la Sirea, il Giunco Fidente e poi sulla spiaggia ci sono tracce della vita marina.
Meraviglia.
Senti, ci sono molti progetti di ricerca, Sabrina, nell'isola?
Ne abbiamo diversi, alcuni li svolgiamo autonomamente come osservatorio naturalistico, altri in collaborazione con tre Atenei, il Politecnico di Torino, l'UniversitĂ Roma III e l'UniversitĂ di Sassari, ma anche con degli enti parti locali. Per esempio, abbiamo qui vicino all'Arcipelago della Maddalena un museo geo mineralogico.
Quali sono le ricchezze speciali di Culuccia, a livello di biodiversitĂ di esemplari?
In questo momento ci stiamo concentrando sia sulla terraferma ma anche molto sul mare. Un progetto importante che sta proseguendo in collaborazione con gli Atenei, di cui vi parlavo, si chiama Poseidon, Progetto di Ricerca Nazionale, che ha lo scopo di mappare i fondali e monitorare lo stato distante dei Posedonieti, che sono dei prati sommersi formati da una pianta marina, la Posedonia Oceanica. Qui sulla spiaggia ci sono delle parti di Posedonia che sono state spiaggiate, mentre dalla riva anche qui si sviluppa questo prato sommerso.
Ci sono per esempio delle parti delle foglie, delle parti del suo fusto e questi che vengono chiamati EGAGRO, sono delle palline, delle fibre del fusto appallottolate dal movimento delle onde sulla riva.
Ci sono leggi e misure che sono state adottate proprio per proteggere la biodiversitĂ marina di questo tratto di mare?
Fortunatamente sì, infatti il mare che circonda Culuccia fa parte di una rete europea di aree protette che si chiama Rete Natura duemila. In particolare, queste acque sono tutelate per la presenza giù del delfino CINOXIDURZIO, perché noi spesso vediamo nuotare al largo della scala, per quattro specie di uccelli marini non comuni.
Che bello, ti invidio, mi piacerebbe stare lì con te oggi pomeriggio e godermi questo posto davvero magico, che è un posto visitabile, si può venire a fare delle visite?
Sì, è una delle attività che come osservatorio noi svolgiamo Accompagniamo i visitatori che sono curiosi di conoscere la nostra isola, tre o cinque punti percorsi di guidate all'interno di Culuccia.
Allora, io ti ringrazio tantissimo Sabrina, buon lavoro, è stato bello vedervi, guardare da vicino quelle acque cristalline, sapere che sono protette, che sono ricche di vita, grazie e buon lavoro.
Torno da Rita a Salimbeni, anche per gli invertebrati, le api, le farfalle, ci sono dei progetti, perché sono state trovate tante specie che sono epidemiche, che non si conoscevano, vero?
Progetti che sono stati appunto attuati sull'isola in insieme all'osservatorio come diceva Sabrina Rossi perché ricordiamo che è anche conosciuta come l'isola delle vacche. Sì, abbiamo visto prima le vacche nel filmato, sono quelle delle vacche autoctone si eccole sono delle vacche autoctone tant'è che il dipartimento di agraria proprio scienze zootecniche dell'università di Sassari ha fatto dei campionamenti su queste vacche. Vivono lì allo stato brado è questa proprio la caratteristica motivo per cui si chiama anche l'isola delle vacche, vacche bellissime…
Tant'è che io ci sono stata esattamente un anno fa, trovi sull'isola disseminati tanti piccoli ricoveri o abbeveratoi per animali anche asini e altre specie di animali e poi ecco gli asini e, come dicevi tu, c'è un fantastico mondo sopra la terra e sotto la terra perché Culuccia ospita ben tre tipi diversi di ecosistemi: costiero, marittimo e terrestre e a proposito proprio delle eccole anche le testuggini di ermite e di queste ricerche che nominavi tu in realtà hanno iniziato a farle già dal gennaio del 2022 i ricercatori dell'università degli studi di Roma tre insieme ai professor Mariottini e Andrea Di Giulio che è un entomologo e hanno addirittura monitorato e identificato quasi ottanta specie di api che rappresentano quasi un quarto della popolazione di api conosciuta sull'isola della Sardegna per intero ventitre specie di farfalle e anche sessanta specie di ragni.
Anche il Politecnico di Torino aveva fatto una linea di ricerca per lo più tecnologica perché ha mappato tutta la parte costiera con l'uso di droni anche di scansioni laser terrestri e anche ha avviato quei lavori di mappatura di fondali marini che citava prima Sabrina che ha dato vita al progetto Poseidon.
Possiamo dire che proprio Culuccia è una vera perla, è un tesoro, è un tesoro che è importante che si sia riuscite a conservarla con la di chi l'ha acquistata, il grande amore per la natura e per l'umanità , questo dimostra veramente essere delle persone che amano l'umanità . Grazie, grazie a Rita Salimbeni, giornalista ambientale, grazie e alla prossima mia cara.
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