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L’orto? Sul tetto dell’azienda
La Stampa - Edizione Torino 09/06/2012 pagina 71 
Autore: Mauro Pianta


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Il signor "Robe di Kappa" tra ulivi, melograni e nespoli con l'insalata idroponica

Nella zona verde, quasi 1400 metri quadrati, tra fiori e orto non ci sono panchine. Non mancano invece canti di usignoli e musica classica da altoparlanti minuscoli - Unico cruccio: "Non ci hanno dato la possibilità di avere anche una mucca"

Nessuna concessione alle rarità esotiche, molta funzionalità, efficienza, sensibilità ecologica e guizzi tecnologici. A guardarlo bene il giardino pensile che Marco Boglione ha fatto realizzare all’ultimo piano del suo «villaggio» in corso Regio Parco (un vecchio complesso industriale recuperato e divenuto laboratorio di futuro), riflette molte caratteristiche di BasicNet, l’azienda fondata dall’imprenditore torinese e proprietaria dei marchi Kappa, Robe di Kappa, Superga, Jeans Jesus e K-Way. «Ci troviamo - spiega Boglione - in un immobile storico, la sede dell’ex Maglificio Calzificio Torinese che ho rilevato nel 1994. Potevo vendere l’edificio, invece ho preferito recuperarlo per custodire una una certa vocazione industriale. E l’ho trasformato nel BasicVillage, un villaggio globale di comunicazione e produzione, che include uffici, megastore, lavanderia, agenzia di viaggio, ristorante e perfino casa mia. Insomma, qui siamo in fabbrica e il roof garden esprime la fabbrica. Ha notato che non ci sono panchine?». In effetti nei quasi 1400 metri quadri di terrazzo verde, di panchine non c’è traccia. A corroborare i sensi c’è però l’incanto di rose, peonie, orchidee. Tra i bonsai ecco il cedro libanese, il bosso, il fico. E poi alberi, tanti alberi: ulivi, melograni, ciliegi, meli, peri, fichi, nespoli, noccioli tortuosi. Non manca l’insalata in coltura idroponica, coltivata senza terra ma con un substrato inerte. Passeggiare tra i vasi e le serre sul tetto del «villaggio», può voler dire anche imbattersi in canti di usignoli mescolati con musica classica diffusi attraverso minuscoli altoparlanti. Ma c’è un elemento esotico, una rarità, una «star» fra le piante di casa Boglione? Qui la parola passa a Stella Lin Hung, moglie dell’imprenditore e vera anima del giardino: «Assolutamente no - chiarisce - al massimo potrà trovare un cavolo cinese, perché io vengo dalla Cina, o l’erba di San Pietro proveniente da Albenga, ottima per le frittate. L’albero a cui tengo di più è un melo regalatomi da Marco quando otto anni fa è nata nostra figlia, Maria. Il nostro roof garden è cominciato così…». Certo è che è impossibile affacciarsi dal terrazzo e non accusare il contrasto tra la bellezza curata del luogo e quei grappoli di case da quartiere operaio costruite negli anni Cinquanta. «Invece - osserva Marco Boglione - trovo quel contrasto carico di fascino. Adoro il panorama della collina, di Superga, della Mole e delle Alpi. Eppure mi piacciono tanto quei tetti, la ciminiera. Spesso racconta - parlo con le persone che abitano in quelle case, urlando dal mio terrazzo. Loro mi chiedono sempre come stanno le rose…». Nel tesoro verde di casa BasicNet c’è posto anche per una decina di galline. Boglione voleva portarsi sul tetto anche una mucca, ma la burocrazia si è messa di traverso. «Sono affezionato a questo giardino - conclude - qui giocano i miei figli, qui ho fatto telefonate di lavoro lunghissime e decisive». Qui il «visionario» seminatore d’idee, urla dai tetti. E pazienza per la mucca.



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