Silvana Giacobini, direttore di OM, nel MAGAZINE #6 di Opinione Moda intervista Marco Boglione, Fondatore e Presidente del Gruppo BasicNet, che racconta la propria abitazione all'interno del BasicVillage, quartier generale del Gruppo: un grande loft che racchiude memorie e storia personale in uno spazio dove vita e lavoro si mescolano senza soluzione di continuità (ultima di 2 interviste tematiche).
Ci troviamo nella casa di Marco Boglione, che è fondatore e Presidente della BasicNet, proprietaria di tantissimi marchi come Kappa, Superga e tanti altri. E non per niente io ho un pallone in mano, perché in questa casa hi-tech si può giocare anche a calcio. È vero?
Sì è vero.
Perché c’è un campetto enorme, che è come un salone, per cui, volendo…chi lo sa. Ma ci giochi veramente?
Adesso un po’ meno, ci giocano più che altro i miei figli. In effetti all’inizio (ci giocavo). Ha più di vent’anni di vita questa casa, quindi c’erano vent’anni di vita di meno anche su di me. Questa casa è nata con l’esigenza di farmi un grande ufficio con una camera da letto dentro.
Lavoravi tanto per cui dovevi dormire anche durante…?
Sì, avevo incominciato a dormire in ufficio in quel periodo, ma sul divano di un ufficio che avevo. Allora a un certo punto, fatta l’acquisizione, avevo bisogno di un grande ufficio e mi son fatto questo grande ufficio con la camera da letto, con la casa da letto. L’idea era quella di lavorare di più di quello che lavorassi. E tutti mi han detto: mission impossible, perché ti viene un infarto di sicuro, garantito subito, perché già lavoravo tanto. Poi a un certo punto ho capito che per lavorare di più dovevo anche divertirmi di più, e allora non mi veniva l’infarto. E allora abbiamo dovuto inserire il concetto del gioco: era una casa dove si giocava molto. Eravamo più giovani – eravamo tutti più giovani: i clienti, gli imprenditori, i colleghi – e allora si passava tanto tempo assieme e alla sera si giocava anche a calcio.
Beh, devo dire che qui è tutto macro, tutto grande. C’è un divano con moltissimi posti, un tavolo con sedici ospiti (quindi vuol dire che è molto affabile, molto accogliente, il padrone di casa). Ma c’è anche un letto che credo sia per dieci persone è vero?
Quattro.
Ma perché fare un letto da quattro, se si può rispondere?
Era partito da due come tutti i letti, poi è arrivato un figlio, poi è arrivato un secondo figlio e non ci stavano più. A me e a mia moglie faceva piacere dormire con i bambini e abbiamo risolto facendo un letto grande così ognuno ha il suo spazio.
Poi c’è anche un bagno particolare, ha due vasche. Fa piacere vedere questa tipo di casa, perché tra l’altro è costruito come nelle favole, perché ha delle pareti che evidentemente il padrone di casa ha trovato…di alluminio, credo?
Di acciaio zincato
Acciaio zincato, mi correggo. Ed è pieno di curiosità da scoprire. Non ti sei mai annoiato di vivere in una casa come questa? Non hai mai voluto una casa tradizionale, un po’ torinese, come ci si immagina che siano le case eleganti.
Diciamo che quando sono partito, prima ero single, poi siamo diventati in due, a vivere qui dentro abbiamo sempre detto: è un po’ tanto particolare, quindi prima o poi troveremo una casa normale. E l’abbiamo anche cercata. Ma poi alla fine non siamo mai riusciti a uscire di qui perché la comodità è immensa.
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