Sabato 5 dicembre 2020 il Fondatore e Presidente di BasicNet Marco Boglione è stato intervistato per il programma di LA7 "Like", magazine di approfondimento di moda, viaggi, innovazione, tecnologia, salute ed economia, all'interno della rubrica Made in Italy. Di seguito, lo sbobinamento dell'intervista.
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L’intuizione di puntare sul modello di Marketplace quando Internet era ancora agli albori. La tenacia nel rilevare marchi falliti e rilanciarli sul mercato globale. La capacità di innovare senza soste. Sono le chiavi del successo di BasicNet, gruppo al quale fanno parte marchi di abbigliamento, calzature e accessori come Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga e Sebago, che ha chiuso il 2019 con un fatturato di 306 milioni di euro, un utile di 21 milioni e vendite aggregate che hanno superato il miliardo. Made in Italy incontra Marco Boglione: fondatore, presidente e azionista di maggioranza della società che ha sede a Torino.
«Noi realizziamo tutto quello che si vede nei nostri negozi, lo progettiamo qui a Torino, lo industrializziamo a Torino, lo pubblicizziamo da Torino e poi diamo da costruire e da distribuire quel prodotto, che abbiamo fatto tutto qua, a un network: anzi, a due network di imprenditori nel mondo; tipicamente manufacturers – quindi fabbriche – o distributori. Si può anche dire che BasicNet gestisca solo informazioni; perché noi facciamo tutto il design, tutta la parte di industrializzazione, moltissimo software, il marketing, gestiamo rapporti con i nostri clienti di tipo contrattuale, incassiamo le royalties. Quindi potremmo dire – dal momento che tutte queste cose rientrano nel mondo degli “intangibili” – che BasicNet è una società che gestisce solo informazioni. Noi produciamo circa 8.000 articoli nuovi all’anno. Questi articoli sono sviluppati da circa 200 ragazzi e ragazzi, i cosiddetti developer, e corrispondono a una media di collezioni che sono tra le 200 e le 250 all’anno».
Chi fa impresa sa di non poter guardare solo a breve termine, ma deve riuscire a immaginare dove sarà la sua azienda e dove sarà il mercato tra 10 o 15 anni, in modo di prepararsi già da oggi ai cambiamenti che verranno.
«Spero che continui quel processo di sviluppo e di consolidamento del modello, dei sistemi che lo sostengono, della reputazione commerciale che abbiamo sul mercato e che quindi possa continuare sostanzialmente a crescere con il passo che abbiamo tenuto negli ultimi 10 o 15 anni. Credo proprio che succederà così. Il Covid ha cambiato e cambierà tanto; vuol dire qualcosa che, se uno avesse immaginato prima, si sarebbe detto: non potrebbe mai succedere, nessuno potrebbe sopravvivere a una cosa del genere (dal punto di vista della tenuta di un’azienda sul mercato, ndr). Beno o male l’economia, e certi settori in particolare, ha perso un 30% in un anno di volumi, di profittabilità. Hanno peggiorato tutti la loro situazione finanziaria, e non è che prima tutti brillassero. Quindi ha impattato tanto, e sicuramente ha avuto e avrà un effetto dirompente sul cambiamento».
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