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Anche oggi i bambini ci guardano
Torino Medica 23/06/2005 pagina 22 


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CHILDREN’S ADVOCATE NASCE PER TUTELARLI
Il 5 maggio scorso, nella Sala delle Colonne del Municipio di Torino, è stato presentato ufficialmente “Children’s Advocate”, un’Associazione onlus che persegue la finalità di valutare, favorire e promuovere tutti i progetti e le iniziative (sanitarie, sociali, culturali, organizzative, etiche e bioetiche) che riguardano la qualità della vita del bambino. Un obiettivo, questo, diventato strategico in un mondo come il nostro dove i bimbi sono diventati “merce rara”, purtroppo non soltanto da un punto di vista demografico, se ci riferiamo a quanto riportato dalla cronaca nera nazionale ed internazionale. La nuova Associazione è stata tenuta a battesimo dal sindaco Sergio Chiamparino, che ha fatto gli onori di casa, da Alessandra Speranza, Assessore al Personale della Provincia di Torino, in rappresentanza di questo Ente, e da Elisabetta Guidi, consigliere giuridico del Ministero per le Pari Opportunità. Nel suo indirizzo di saluto e di augurio a questa nuova associazione senza scopo di lucro, la Guidi ha tra l’altro ribadito l’interesse del suo Ministero per l’iniziativa che viene considerata, senza tanti giri di parole, “pilota”. Il pediatra, professor Giuseppe Ferrari, presidente di CHILDREN’S ADVOCATE, ha sostenuto che l’Associazione vuole proporsi come agenzia culturale e formativa in cui far confrontare non soltanto qualificati esponenti della vita istituzionale, sociale e culturale, titolati ad occuparsi dell’infanzia, ma anche rappresentanti delle più varie categorie professionali, mossi dalla comune volontà di dedicarsi ad affrontare i problemi della popolazione infantile. Una volontà, questa, esplicitata negli interventi dei due relatori, invitati ad offrire una visione pertinente dei complessi legami che legano l’infanzia alla comunicazione: con rara efficacia e profondità culturale essi hanno saputo davvero trasformare una semplice presentazione in un evento importante. Mario Morcellini, Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione alla Sapienza di Roma, in 20 minuti d’intervento ha infranto i più frequentati luoghi comuni sul rapporto tra infanzia e media: i ragazzi non leggono, i bambini guardano troppo la televisione, Internet è fonte di pericoli per le nuove generazioni. In particolare, il cattedratico romano ha ”disinnescato” quello che in genere viene considerato il Golem pericoloso per eccellenza, in quanto ritenuto capace di azzerare la volontà soprattutto negli spettatori più piccoli: ci riferiamo ovviamente alla TV. Ebbene, secondo statistiche aggiornate, la TV starebbe vivendo da tempo una stagione di crisi mascherata ma forse addirittura irreversibile. A mantenere alto il livello degli ascolti non sarebbero infatti le nuove generazioni, attratte più dalla comunicazione multimediale, e in particolare da radio ed Internet, ma gli anziani; l’effetto di mascheramento della crisi sembrerebbe quindi dovuto soltanto all’allungamento della vita media. Bellissimo e commovente, anche per caratura poetica, l’intervento di Elena Loewenthal che, nel trattare il tema dei bambini e la lettura, ha recitato un vero e proprio inno al valore della parola e alla insondabile e struggente magia insita nell’atto dello scrivere e del leggere: due azioni umane che discendono direttamente dal dono della parola e che sono la palestra indispensabile per l’esercizio della libertà. Nella sua avvincente esposizione la Loewenthal ha raccontato che nella tradizione culturale ebraica, di cui la relatrice è un’esponente di grandissimo livello, la parola viene considerata la caratteristica che più ci accomuna a Dio. Un concetto, questo, che attraverso l’affascinante scrittura di Giovanni, transita interamente nel Cristianesimo: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio (Gv 1, 1). CHILDREN’S ADVOCATE nasce da un ristretto gruppo di persone che ha lavorato per costruire un programma autorevole e multidisciplinare; il futuro è fatto ovviamente di iniziative e progetti sempre più ambiziosi che per realizzare la tutela della vita e della qualità della vita dei bambini hanno bisogno di coinvolgere un numero sempre maggiore di aderenti. Alcuni rappresentanti di questo gruppo fondatore appartengono al mondo professionale che opera a favore dell’infanzia (non a caso vice presidente è Giorgio Capitelli, pediatra e Consigliere di questo Ordine); altri, pur operando professionalmente in realtà diverse sono ugualmente motivati dall’amore per i bambini e dall’attenzione al loro benessere globale. Chi fosse interessato può contattare l’Associazione, che ha sede presso il Rotary di C.so Galileo Ferraris 2 a Torino, al numero telefonico 011/5628545. Di seguito una scheda informativa su questa interessante iniziativa a firma del prof. Giuseppe Ferrari.
Nicola Ferraro

Associazione ”Children’s Advocate” fondata da un piccolo gruppo di Pediatri Torinesi
Estratto dall’Atto costitutivo della Associazione Children’s Advocate”
“E’ costituita, con il sostegno morale e la mediazione culturale del Rotary International Distretto 2030 (Piemonte – Liguria – Valle d’Aosta), ai sensi del Decreto legislativo 4 dicembre 1997 n. 460 e successive modifiche ed integrazioni, una libera Associazione denominata, “CHILDREN’S ADVOCATE - Organizzazione non lucrativa di utilità sociale”, siglabile ”CHILDREN’5 ADVOCATE - ONLUS” a tutela della qualità della vita del bambino. L’Associazione, che non ha scopo di lucro, persegue esclusivamente finalità di valutare, sorvegliare, controllare, favorire e promuovere tutti i progetti e tutte le iniziative (sanitarie, sociali, culturali, organizzative, etiche, bioetiche) che riguardano la qualità della vita della popolazione infantile.”

lnterlocutori
- la scuola (Asili Nido, Scuola Materna, Scuola dell’obbligo, Scuole Superiori)
- l’Università
- l’Istituto Superiore di Sanità
- gli Ordini dei Medici
- i Sindacati (della SanitĂ , della Scuola)
- gli Organi Istituzionali e di Governo locali e nazionali
- le SocietĂ  Scientifiche ed ogni altra Istituzione che operi a tutela della qualitĂ  della vita del bambino.

Scopi dell’Associazione
1. Adoperarsi per la tutela del benessere sia del bambino sano sia del bambino malato, acuto e cronico, in ogni contesto: a domicilio, in ospedale, a scuola e in ogni atto della sua vita di relazione.
2. Promuovere il diritto del minore a poter esprimere compiutamente le relazioni fondamentali della sua personalità attraverso la corretta comunicazione, l’attenzione ad ascoltarlo, la disponibilità di tempo e di spazio per giocare, capire e pensare
3. Difendere il bambino dall’abbandono, dalla miseria, dalla violenza, dallo sfruttamento, dai rischi dell’indifferenza, dall’uniformazione culturale, dall’assenza di valori.
4. Favorire un dolce e graduale inserimento del bambino nelle inevitabili dure regole e leggi dell’esistenza quotidiana.
5. Aiutare la donna ad affrontare il suo ruolo di madre.
6. Occuparsi del rischio sociale che è alla base del disagio giovanile.
7. Occuparsi di bioetica dell’infanzia.
8. Occuparsi di tutti gli aspetti dell’inquinamento: atmosferico, alimentare, acustico.
9. Lavorare per una scuola adatta alle esigenze culturali, fisiche, morali e sociali di un bambino moderno.
10. Agire sulle Istituzioni preposte alla formazione di chi si occupa professionalmente di bambini per rendere la loro cultura piĂą moderna ed adatta alle esigenze della attuale popolazione infantile
11. Valutare nuovi modelli culturali per far fronte alla modificazione della societĂ  in senso multirazziale.
12. Proporre una educazione sanitaria semplice e capillare.
13. Sorvegliare che le informazioni dei media circa la salute dei bambini siano oneste dal punto di vista scientifico e corrette dal punto di vista informativo, per raggiungere l’obiettivo di evitare o lezioni accademiche del medico o sensazionalismi spesso scientificamente inesatti.
14. Controllare la artificiosa induzione di fabbisogni ”fittizi” per quanto riguarda la salute dei bambini.
15. Sorvegliare che il mondo degli adulti non applichi solo le sue regole quando deve occuparsi della vita del bambino, usando i propri parametri in nome dell’organizzazione della vita.

Che cosa vuole essere ”Children’s Advocate”
Children’s Advocate è una Associazione nata per tutelare la qualità della vita del bambino, che vuole porsi come Agenzia Culturale e Formativa in cui convergono e si confrontano rappresentanti qualificati della vita sociale, culturale, istituzionale che si occupano dell’infanzia e rappresentanti delle più varie categorie professionali, che non si occupano direttamente dell’infanzia ma che hanno in comune la volontà di dedicarsi ad affrontare i problemi dei bambini.
Perché una associazione di questo tipo? Cosa ha spinto un piccolo gruppo di pediatri a raccogliere un gruppo qualificato ed eterogeneo di persone legate dall’amore e dall’interesse per la qualità della vita del bambino?
Perché oggi, nel mondo occidentale, quando si pensa al benessere del bambino, lo si deve pensare in termini di qualità della vita. Non è più sufficiente parlare solo della sua salute intesa esclusivamente in senso fisico.
Perché si deve parlare della qualità della vita del bambino e non più solo della Salute fisica del bambino?
Perché ancora oggi si tende a considerare ”salute” del bambino esclusivamente la sua salute fisica, che è sicuramente una delle componenti più importanti della qualità della vita del bambino ma non è certamente la sola. Molte sono infatti le componenti della salute del bambino: c’è infatti una salute fisica, una salute psichica, una salute morale, una salute intellettuale, una salute ambientale, una salute famigliare, una salute scolastica ecc.
Quindi il concetto di salute viene dilatato a diverse componenti?
Sicuramente. Tuttavia, anche quando si vuole parlare solo di salute fisica, oggi non è più sufficiente (e riduttivo) parlare di salute di un bambino quando c’è assenza di malattia. La sua salute fisica è oggi non è solo assenza di malattia, ma qualcosa di più complesso che riguarda lo sviluppo fisico, psichico, morale, intellettuale del bambino che quindi, non solo non deve essere malato, ma deve poter crescere nel migliore dei modi, cioè esprimendo al meglio tutte le potenzialità che sono presenti alla nascita.
E’ un nuovo modo di affrontare il grande compito di crescere un bambino?
A noi piacerebbe di più parlare di una nuova ”filosofia”
Perché si è giunti a pensare ad una nuova filosofia?
In seguito ad alcune osservazioni sulla situazione della nostra infanzia, in parte statistiche in parte ideologiche. Esse sono:
1 Bassa natalitĂ 
2 Scomparsa o netta diminuzione di molte malattie dell’infanzia. Nella popolazione pediatrica il numero di individui che non hanno patologie (escluse le banali patologie quali raffreddori, tossi, tonsilliti ecc. che affliggano i bambini nella età scolare e che sono manifestazioni naturali in organismi che lasciano la ”oasi protetta della casa” per inserirsi nel mondo, si parla di ”socializzazione immunologia”) è fortunatamente di gran lunga superiori al numero di coloro che presentano malattie serie che hanno bisogno di reale assistenza sanitaria. E questo è dovuto al miglioramento delle condizioni economiche sociali e culturali ed al miglioramento della situazione igienico sanitaria (alimentazione-vaccinazioni) della popolazione ed anche al contributo della assistenza sanitaria di base, per cui possiamo dire che molte delle patologie tradizionali di una popolazione povera sono pressoché scomparse o nettamente diminuite (per ora neppure la comparsa della immigrazione ha ancora portato e probabilmente non porterà, ad un incremento significativo del numero delle vecchie patologie, anche perché la immigrazione si innesta su un contesto igienico-sanitario e sociale di buon livello).
L’obbiettivo di migliorare la salute fisica del bambino (meglio lo stato di non malattia fisica) nel nostro paese è stato raggiunto.
1 Oggi nel nostro paese più del 90% dei bambini sono sani. Solo una piccola percentuale è affetta da patologie croniche gravi e quindi solo questi bambini possono essere considerati ”veri malati”
2 Si riscontra per contro un notevole aumento delle problematiche psicologiche (che sfociano piĂą tardi nel disagio giovanile).
”Purezza. I bambini, nella quasi totalità, nascono sani fisicamente e psichicamente puri ed incontaminati, con enormi potenzialità evolutive. La vita, l’ambiente ed il trascorrere del tempo corrompono inevitabilmente la loro naturale purezza. Il mondo degli adulti (sia di chi si occupa professionalmente di bambini sia di chi non se ne occupa professionalmente) ha il dovere di difenderli, ritardando il più possibile questo deterioramento ed ha anche la grande responsabilità di garantire ad essi le migliori condizioni di vita possibili (salvaguardare la Qualità della vita dei bambini)”. Il bambino che nasce è pressoché incontaminato e purtroppo ci pensa la vita, il mondo con tutte le sue componenti, poco alla volta a rovinarlo ad intaccare la sua purezza. E’ dovere degli adulti e non solo degli ”addetti ai lavori” cercare di ritardare e rallentare il più possibile il processo di deterioramento. In ogni neonato sono presenti enormi potenzialità evolutive (fisiche, psichiche, morali) che potranno svilupparsi in modo completo se gli verranno garantite tutte le possibilità offerte da una cultura pediatrica più moderna e più attenta alla evoluzione dei tempi e da una organizzazione sociale e sanitaria (e forse più importante prima sociale!!) adatte alla popolazione pediatrica. Il bambino è diventato fisicamente sano, ma le stesse ragioni economico sociali che hanno agito positivamente per la sua salute fisica, oggi possono incrementare i pericoli per la sua salute psichica e morale.
Cosa può fare una Associazione di questo genere
1 Preparare Operatori Sanitari Pediatrici ad affrontare le nuove problematiche dell’Infanzia
2 Suggerire un nuovo tipo di organizzazione scolastica (culturale, logistica)
3 Agire sull’industria di prodotti dell’infanzia
4 Proporre una cultura mediatica adatta al bambino
5 Proporre una educazione sanitaria consapevole dei fabbisogni del bambino moderno
Primi Progetti Sperimentali
1 Progetto ”Pediatra Advocate” del bambino con l’obbiettivo di preparare ad una nuova funzione il Pediatra di base, che, come osservatore privilegiato nell’interno delle famiglie, possa essere in grado di cogliere i primi segnali di allarme premonitori del futuro disagio giovanile
2 Proposta all’Università (facoltà di Scienze della Comunicazione - facoltà di Medicina - Scuole di 5pecializzazione in Pediatria) di svolgere Corsi complementari con materie (medicina dello sport, sociologia, comunicazione, bioetica, psicologia della età evolutiva, psicologia della famiglia ecc.) che potrebbero formare più compiutamente il Pediatra moderno ”Advocate” del bambino.
3 Proposta (Culturale e logistica) di un modello di Asilo nido o Scuola materna piĂą aderente alle esigenze della famiglia moderna
4 Organizzazione di incontri periodici: ”I giovedì del bambino”, tavole rotonde in cui verranno trattati modo semplice ed interattivo con esperti argomenti che riguardano la qualità della vita dei bambini.

Il primo progetto è:
Progetto Pediatra Advocate del bambino
L’obbiettivo è di individuare una nuova funzione del Pediatra, creando la Figura del Pediatra ”Advocate del Bambino che si può tradurre con: difensore, angelo custode.
Perché si è pensato a questa nuova funzione del Pediatra

Oggi il Pediatra di famiglia è rimasto pressoché l’unico medico di riferimento delle famiglie perché per almeno 12 anni per ciascun bambino si trova a dover frequentare una famiglia; anni che possono diventare 14, 15, 16... 20 se ci sono più bambini. E quindi è il medico che più di ogni altro ha l’opportunità di vedere, ascoltare, capire, individuare i comportamenti di una famiglia, sia positivi sia negativi, comportamenti che in ogni caso sicuramente incidono sulle condizioni psichiche, morali, intellettuali e caratteriali dei bambini e soprattutto ha la possibilità di cogliere i primi eventuali segnali di allarme. L’importante è che li sappia cogliere! Molti ci riescono, specialmente quelli con maggiore esperienza pratica, ma sarebbe meglio che tutti i Pediatri, anche quelli all’inizio della loro attività, li sapessero cogliere e lo sapranno se i formatori daranno una maggiore importanza alla conoscenza dello sviluppo cognitivo, del rapporto genitore bambino, delle potenzialità dei neonati. In tale modo, il pediatra sarà più attrezzato per intuire nell’ambito della famiglia e nei bambini i segni premonitori di un futuro disagio. Da sempre in medicina si è detto che prevenire è meglio che curare. Ma questo modo di intendere la professionalità deve essere ancor più sentito dai pediatri. Un tempo la prevenzione valeva soprattutto per le malattie fisiche. Oggi per le ragioni citate prima (raggiunto il traguardo di un netto miglioramento della salute fisica) vale soprattutto per le problematiche psicologiche che sono da sempre la base di tutte le manifestazioni del disagio giovanile.
Perché il ”Pediatra Advocate del bambino”
Il Pediatra è forse l’unica figura professionale che si trova in un punto di osservazione privilegiato per cogliere segnali di allarme individuali e collettivi sia sul piano emotivo sia sul piano ambientale. In questo nuovo ruolo potrebbe, più di altre figure professionali che si occupano dell’infanzia, integrare e verificare le informazioni ottenute dall’osservazione diretta del bambino ”a rischio” con quelle ottenute da altre persone (genitori, insegnanti, assistenti sociali, il parroco, il poliziotto di quartiere) e a discutere con queste ultime le proprie conclusioni e le strategie di intervento. Inoltre come esperto di bambini e figura leader della comunità, presente in maniera capillare sul territorio, il pediatra avrebbe molteplici possibilità di intervento su base multidisciplinare, per migliorare il corso della vita dei bambini. E’ quindi necessario ”costruire” un Pediatra più motivato, più conscio delle molteplici valenze etiche della sua professionalità, capace di usare strumenti moderni di organizzazione e comunicazione in modo da diventare un nodo fondamentale nella rete di collaboratori/consulenti che si occupano dell’infanzia. Il tutto attraverso corsi di formazione specifici che lo preparino culturalmente alla nuova funzione (Master? Diploma?) e la istituzione di una sorta di albo professionale. Per poter realizzare compiutamente questo progetto è indispensabile il coinvolgimento diretto dei sindacati pediatrici, in particolare del più rappresentativo: la FIMP, che dovrà contribuire alla iniziativa con la presenza attiva di suoi rappresentanti.
Come dovrebbe essere un pediatra ”Advocate del bambino”
Il primo modo in cui il Pediatra può svolgere il proprio ruolo allargato di Advocate del bambino è quello ovviamente di svolgere al meglio il proprio lavoro ogni giorno. Tuttavia questo ”nuovo” Pediatra dovrebbe ampliare la visione della professione, in riferimento ad alcuni punti qualificanti:
1 Sovente le necessità mediche dei bambini in situazioni di povertà e/o di disagio sono superiori rispetto a quelle dei coetanei in migliori condizioni socio-economiche. Un bambino in difficoltà è un paziente da visitare spesso, qualche volta anche troppo. Al pediatra difensore del bambino verrebbe molto più naturale utilizzare questa situazione come opportunità per conoscere meglio il contesto in cui vive il suo paziente
2 Dovrebbe trovare uno spazio per i genitori durante l’orario di attività ambulatoriale, in modo stabile e continuativo, per conoscere ed affrontare situazioni di difficoltà famigliare
3 Dovrebbe stabilire un contatto più stretto e continuativo con l’ufficio del Garante, specie quando ha in cura un numero cospicuo di bambini problematici. Reciprocamente, al Garante può essere utile disporre di un consulente medico locale
4 Dovrebbe istituzionalizzare il contatto con i colleghi medici dei altre specialità ed altre figure professionali che operano nella comunità (scuola, servizi sociali, amministrazione locale, chiesa, polizia ecc.). A questo proposito sarà basilare l’uniformità ed accessibilità delle informazioni
5 Dovrebbe stabilire un canale diretto con gli insegnanti delle scuola (incontri periodici) frequentata dal bambino
6 Dovrebbe acquisire la conoscenza delle responsabilità e delle norme che regolano l’attività dei singoli soggetti coinvolti a livelli differenti nell’assistenza/difesa dei bambini, dal momento che etica deontologica e disposizioni amministrative e/o di legge potrebbero venire in contrasto.



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